LE OCHE SELVATICHE
Non devi essere buono.
Non devi camminare sulle ginocchia
Per centinaia di miglia nel deserto, per espiare.
Devi solo lasciare che il delicato animale del tuo corpo
ami ciò che ama.
Parlami della disperazione, la tua, e io ti parlerò della mia.
Intanto il mondo va avanti.
Intanto il sole e le luminose perle di pioggia
Si stanno spostando attraverso il paesaggio,
sopra le praterie e gli alberi profondi,
le montagne e i fiumi.
Intanto le oche selvatiche, alte nella pulita aria blu,
di nuovo si stanno dirigendo verso casa.
Chiunque tu sia, non importa quanto solo ti senta,
il mondo si offre alla tua immaginazione,
ti chiama come le oche selvatiche, stridenti ed eccitanti –
annunciando ripetutamente il tuo posto
nella famiglia delle cose.
Mary Oliver
Il tuo corpo è un animale che vuole essere libero di esprimersi ed essere autentico. Il tuo corpo è un animale che vuole correre, giocare, nutrirsi, sentire, aprirsi, rifugiarsi, dormire, dissetarsi. Il tuo corpo vibra e comunica costantemente con te attraverso sintomi, sensazioni, energia che si muove. Vuole essere ascoltato e onorato. Se lo lasci fare, sa cosa è corretto per te, sa dove andare, quale direzione prendere. Nel suo essere puro è profondamente sacro e spirituale. Le esperienze biologiche, che spesso sminuiamo come semplici fatti, sono portali di conoscenza e consapevolezza. I sintomi sono portali, verso un ascolto diverso di te. L’animale corpo è vivo, vive e muore continuamente e continuamente è nel presente e fa esperienza della vita come farebbe un bambino, un cucciolo.
L’animale corpo ci ricorda che siamo mammifere, che fioriamo nell’interdipendenza e nello scambio di ossitocina. Chiamata anche l’ormone dell’amore, è quell’ormone grazie al quale creiamo legami e facciamo comunità. Si produce nel corpo durante il parto e l’orgasmo, durante la mestruazione provoca le contrazioni uterine che permettono al sangue di essere rilasciato, si produce nel contatto fisico, nella danza, nel canto condiviso, nello stare insieme.
Mentre nelle società tradizionali la vita si vive in comunità e l’ossitocina circola fluidamente tra più individui, oggi qui nel nostro mondo contemporaneo e occidentale, una donna scambia ossitocina per lo più con partner, figli e animali domestici. Spesso ci dimentichiamo quanto dare e ricevere ossitocina sia fondamentale per creare legami e creare benessere, rilassando il nostro sistema nervoso.

Nello scambio di ossitocina c’è il Ricevere e c’è il Donarsi.
C’è la dolcezza dell’aprirsi al mondo, c’è l’abbracciare la fragilità di un inspiro, c’è espirare se stessi nel mondo nella nudità di chi siamo. Ci sono passi incerti come quelli di un cerbiatto appena sgusciato fuori dal corpo materno, c’è il vacillare che precede il primo passo nella danza.
Ti sento nelle complicazioni e nelle paure, nelle corazze che hai creato nel tempo, nella paura del rifiuto o dell’essere fraintesa. Ti sento perché mi sento, ti riconosco perché mi riconosco. Perché a lungo ho lucidato la mia corazza allontanandomi da sorelle e fratelli, allontanandomi dall’amore e dalla comunità, che erano ciò di cui più avevo bisogno.
Nel valore dell’indipendenza a tutti i costi mi sono difesa e protetta e ho anche scoperto tutta la mia forza, il mio volto di guerriera.
Ma poi un giorno la Betulla mi ha chiamata, e mentre sussurravo a lei la profonda solitudine che permaneva anche in mezzo alle persone più care, mi ha donato le sue carezze morbide e ariose, mi ha protetta con il suo tronco bianco e liscio, sostenendomi con le sue radici. In riva al torrente, con il freddo sulla pelle, ho sentito un raggio di sole illuminarmi, il suo calore un invito ad aprire quel cuore e accendere quella fiamma.
Vibravo di desiderio, per una connessione vera, per una intimità senza pudore, per il sogno di poter dare spazio a quel mammifero che in me stava soffrendo.
Solo in quel momento mi sono resa conto di cosa mancava, tanto da far male.
E in questo scambio con la vita, con la natura intorno a me che parlava alla natura dentro di me, ho capito e mi sono risvegliata.
Perciò ti vedo e ti sento.
Quando ci incontriamo e porti la tua identità come una corazza, mi sento Betulla pronta ad accarezzarti, Sole desideroso di baciarti di luce, Acqua che canta il suo richiamo per te.
Quando ti doni, quando ricevi, la Vita danza con te e tu con lei. Quando accarezzi la prima primula dopo l’inverno, quando attraversi paludi interiori e poi il sole ti bacia, quando davanti a te c’è la montagna cristallina, sei già entrata nella Grande Danza.
Possiamo tornare insieme in questo movimento di cuore, possiamo ascoltare il nostro bisogno di ricevere e la nostra spinta a darci.
Sono qui per accompagnarti dove ho imparato a stare, sono qui per includerti in un sogno di comunità e connessione, sono qui per mostrarti la strada tracciata dal corpo vivo, perché tu possa fidarti del tuo sentire, aprirti alla vita e attraversare il bosco.
Sono qui per dirti che possiamo ritrovarci, tutte, una per una, là dove ci siamo lasciate, in un tempo antico e dimenticato. Per dirti che possiamo ricordare insieme, il linguaggio segreto dell’ossitocina, la canzone delle piante, la voce del cuore, la danza della vita.
Per dirti che dove sono io, c’è posto anche per te.
Che la purezza che ti ha spinta qui, ti rende benvenuta in questo spazio.