Le Piante, il Ritmo e il Riposo: Ritornare alla Terra per Smettere di Sfruttare noi stesse

Viviamo in un mondo che misura il valore in termini di produttività, velocità e prestazione e ci insegna a darci solo se c’è un ritorno. Un mondo che tratta i corpi come macchine e la natura come risorsa da spremere.
Ma non siamo nate per produrre in linea retta.
Ma noi siamo fatte di terra e luna, di semi e linfa.
Siamo nate per fiorire a tempo debito, per cadere, riposare e rinascere.
Per questo oggi fermarsi diventa un atto rivoluzionario.
Prendersi cura di sé non è un lusso, ma un atto politico.
Ritrovare il ritmo naturale del corpo, delle stagioni e del cuore è la via più semplice e più profonda per smettere di obbedire a un sistema che ci vuole disconnesse, affaticate e affamate di approvazione.

Non si forzano a fiorire in inverno, non competono tra loro, non si spingono oltre la loro natura.
Vivono in ascolto del sole, della pioggia, del tempo che cambia e sanno che la forza nasce dal radicamento, non dalla prestazione.
Quando beviamo una tisana, quando ci affidiamo a una pianta per curare il corpo o il cuore, non stiamo solo assumendo una medicina naturale: stiamo facendo memoria.
Stiamo tornando a una saggezza semplice e antica, che ci dice che tutto ciò di cui abbiamo bisogno ci è già stato donato.
Il corpo femminile è ciclico per natura, ma ci è stato chiesto di ignorarlo.
Ci è stato detto che dobbiamo essere sempre disponibili, sempre attive, sempre forti.
E così siamo scisse: una parte che sente e una che si adatta.
Una che vorrebbe riposare, e una che si costringe a dare ancora.
Tornare a onorare la nostra ciclicità — mestruale, stagionale, energetica — è un gesto di guarigione.
È il permesso che ci diamo di essere intere.
Di fiorire solo quando siamo pronte. Di riposare senza colpa.
Di sapere che il riposo è fertilità. Che l’inverno prepara la primavera.
Siamo stanche di dover dimostrare, di correre dietro a ideali irraggiungibili, di mettere da parte il nostro sentire.
Il riposo, quello vero, è ciò che può restituirci a noi stesse.
Non è inattività, ma rigenerazione.
È spazio vuoto che diventa grembo per nuove possibilità.
È ascolto che torna profondo, presenza che torna fertile.
In un tempo che ci vuole efficienti, scegliere il nutrimento è ribellione.
In un mondo che ci vuole produttive, scegliere il riposo è libertà.
In una società che ci vuole lineari, onorare la ciclicità è ricordare chi siamo.

Se queste parole risuonano con te e vuoi esplorare questi spunti attraversandoli e incarnandoli, fatti guidare dalle piante. È in partenza LA CURA, un percorso di 50 giorni per riscoprire la dolcezza, il nutrimento e la vitalità che abitano in te, per sentirti riposata, piena di vita, radicata e finalmente pienamente te, pronta a sbocciare.